“Comunicare l’Europa” è come provare a far capire a vostra madre il funzionamento di Google. Come far capire alla nonna che non avete più fame. Come memorizzare la differenza tra Consiglio Europeo e Consiglio dell’Unione Europea. Difficile, insomma. Ad un primo sguardo, l’Unione Europea appare distante e senza legami con la realtà. Anche se le istituzioni hanno palazzi dai vetri trasparenti e pulitissimi, a un certo punto ci sbattiamo il naso: la barriera, nonostante sia sottile, divide. C’è il dentro e il fuori. E da fuori si sa poco o niente riguardo l’Unione.
I media dovrebbero far oltrepassare la barriera di vetro, ma spesso si limitano a disegnarci sopra quando è appannato: nascondono quello che c’è dentro e complicano il poco che si intravede. Nel migliore degli scenari le decisioni vengono riportate senza “tradurle”, senza una critica pensata e ragionata. Nel peggiore a parlare è la disinformazione. Le bufale e i falsi miti sono all’ordine del giorno, tanto che l’Unione Europea ha dovuto anche ricorrere ad un sito per proteggersi dalle fake news. Vi ricordate la tassa sul condizionatore o quando l’Europa ci avrebbe imposto di produrre il formaggio senza latte? E potremmo continuare. Ciò che ci divide dalle istituzioni europee non è solo la loro distanza e la loro complessità, ma anche la disinformazione, che alimenta l’idea appannata che ne abbiamo.
I giovani e le radio
Europhonica vuole essere un aiuto per spannare il parabrezza dell’Europa. Vogliamo capire l’Europa per poi raccontarla. Non siamo certo i primi e neppure i migliori, ma a differenza di altri abbiamo scelto un target ben specifico, e forse il più difficile: i giovani, le nostre coetanee e i nostri coetanei.
Europhonica è un progetto nato nel 2015 dalla collaborazione di diverse radio universitarie europee. Attualmente, la cooperazione è tra Raduni, il circuito delle radio universitarie italiane, e il network francese Radio Campus France. Ma negli anni hanno partecipato il network spagnolo ARU, due radio universitarie in Portogallo, una in Germania e una in Grecia.
Il nostro lavoro consiste nell’entrare fisicamente in Parlamento a Strasburgo, seguire i lavori della plenaria, per poi raccontarli con approfondimenti ed interviste. Una volta al mese dunque abbiamo la possibilità di aggirarci per i corridoi del Parlamento a caccia di notizie e di eurodeputati.
Contenuti per tutte le piattaforme
Ma non è finita qui. Dopo quattro giorni intensi al mese in cui respiriamo aria europea, torniamo a casa. E settimana dopo settimana lavoriamo a distanza per spiegare il lavoro delle istituzioni europee. Ogni giorno escono nuovi contenuti sul nostro sito europhonica.eu, sulle piattaforme Spotify, iTunes, Google Podcast, TuneinRadio e sulle nostre pagine social Facebook, Twitter ed Instagram. Cerchiamo di sfruttare al massimo le piattaforme che abbiamo a disposizione, declinando i contenuti a seconda della loro destinazione.
I nostri brevi contenuti (generalmente di 3 minuti) sono vari e per realizzarli ci lasciamo guidare dalla creatività. Ma il metodo è sempre lo stesso: iniziamo dall’impatto che le questioni apparentemente distanti hanno nella nostra vita quotidiana. E con una domanda sempre fissa in mente: “Io ascolterei Europhonica fatta così”?
L’intervista per esempio non è un semplice “domanda e risposta” ma in alcuni casi diventa più dinamica. Ve la immaginereste fatta con dei vocali su Whatsapp?
Dalle differenze al confronto
La nostra redazione è composta da ragazzi e ragazze tra i 21 e i 28 anni sparsi per tutta Italia (e non solo). Fin dall’inizio ci siamo scontrati con una realtà difficile da comprendere. Trovare informazioni sulla politica europea è un’impresa complicata, e ammettiamolo, spesso anche molto noiosa.
Ma da 4 anni cerchiamo quotidianamente di rendere più semplice e accessibile alle orecchie dei nostri coetanei il meccanismo della grande macchina europea, senza banalizzarla ma trovando metodi innovativi, sperimentazioni e punti di vista alternativi per raccontare cosa succede all’interno delle istituzioni e non solo.
Le differenze linguistiche, comunicative e culturali ci sono, e talvolta sembrano insormontabili. Però lavorare in questo ambiente virtuale per la maggior parte del tempo, e concreto quattro giorni al mese è interessante e stimolante. È da qui che dobbiamo partire: dalle differenze, dalla distanza, per trovare punti in comune e modelli nuovi ed alternativi di confronto. Le opinioni diverse, i pensieri e i modi di essere europei ci permettono di arricchirci. Uniti nella diversità.
Ciò che ci motiva è essere parte di un’informazione chiara e limpida. La nostra volontà è quella di informare in modo sano con serietà, obiettività e curiosità. Comunicare l’Europa è difficile. Ma necessario. E ora andiamo a spiegare alla nonna come trovare Europhonica su Spotify.