Cosa fa l’Europa per darci un futuro?

Per i millennials, l’Europa è la propria frontiera naturale. Questo perché l’Unione ha permesso loro, fin da giovanissimi, di incontrare le diverse culture del continente, conoscere nuove lingue, scoprire le società dei paesi a noi vicini. Non solo grazie a programmi famosi come l’Erasmus, ma soprattutto garantendo una costante  libertà di movimento nei diversi paesi europei, con la possibilità di studiare, lavorare o visitare i diversi paesi senza subire discriminazioni, ottenere costosi visti o espletare procedure complicate. Un’opportunità di formazione senza frontiere, che chi è nato nei decenni precedenti, negli anni dei muri e delle guerre, sa bene quanto sia preziosa.

A casa in tutta l’Europa

Ogni studente ha, in primo luogo, il diritto di essere considerato cittadino europeo, al pari dei cittadini del paese membro in cui decide di studiare, e quindi non dovrà subire discriminazioni e godrà delle stesse opportunità di un danese in Danimarca, di un francese in Francia e, per il momento, di un inglese in Gran Bretagna. Inoltre, l’Unione Europea ha reso più semplice il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero, sia per la scuola che per l’università. Questo significa poter in molti casi studiare all’estero e far valere il proprio titolo in Italia, ma anche far valere la nostra laurea o il nostro diploma in un altro paese per beneficiare di un mercato del lavoro più grande e con più offerte di lavoro.

L’Europa a casa nostra

L’Europa non si rivolge solamente a chi parte, ma anche a chi, per motivi diversi, svolge i propri studi interamente in Italia, soprattutto se economicamente svantaggiato. Grazie all’Europa esistono infatti borse di studio per la formazione professionale o per l’integrazione degli stranieri. Senza contare, infine, il programma Garanzia Giovani, il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile che, aiutando i giovani a compiere l’ultimo passo di formazione e orientamento, favorisce il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Più europei, più lavoro

C’è poi il programma più famoso, l’Erasmus: un nome che è diventato oramai una parola comune nel linguaggio dei giovani, e che oggi si è evoluto in un programma ancora più ampio, Erasmus Plus, per includere anche opportunità di formazione professionale e sportiva. L’Europa ha stanziato per il programma quasi 15 miliardi in sei anni, che vanno a finanziare oltre 700 mila borse per studenti all’anno, sempre di più proprio in Italia. Qualcuno dice che sono soldi buttati, spesso usati per periodi di studio poco seri e dannosi per il percorso di un ragazzo. Dai dati della Commissione europea emerge invece che gli studenti che hanno svolto un programma Erasmus in questi anni sono stati molto più rapidi nel trovare lavoro (2% in meno di disoccupazione nel lungo termine), particolarmente imprenditoriali (quasi un terzo ha provato ad aprire una start-up) e in grado di raggiungere lavori stabili e sufficientemente remunerati.

Un’opportunità per tutti, che ci permette di migliorare tutti insieme attraverso la formazione.

Un’istruzione e una formazione europea, che consentano a tutti di vivere un’esperienza internazionale, imparare ad essere indipendenti e ad affrontare le novità sono alcune delle politiche più lungimiranti che si possano fare. Il miglior modo per permettere alle nuove generazioni di affrontare il futuro con strumenti adeguati. Teniamocela stretta!