Il mondo è sempre piùturbolento. Le istituzioni multilaterali sono messe sempre più in dubbio e incrisi dagli USA di Trump. La Cina rafforza le sue mire egemoniche. Putinutilizza una politica estera aggressiva per consolidare il consenso in Russia.L’Europa è circondata da gravi crisi geopolitiche, dall’Ucraina, al MedioOriente al Nord Africa e all’Africa sub-sahariana. E le prospettiva economichemondiali sono in peggioramento, anche a causa delle tensioni commerciali,storicamente preludio a quelle politico-militari.
Nessun singolo Statoeuropeo può giocare un ruolo rilevante sul piano mondiale. L’integrazione sulpiano politico e militare è la precondizione per garantire la sicurezza deglieuropei. Questa situazione è stata a lungo nascosta dall’ombrello americano,che garantiva la sicurezza europea. Così come i benefici economicidell’integrazione europea hanno nascosto che gli stati nazionali europei sonotroppo piccoli per garantire ilbenessere e lo sviluppo. Anche rispetto alla gestione dei flussi migratoril’inadeguatezza dell’attuale situazione, in cui la responsabilità èprincipalmente nazionale è evidente quanto la necessità di una soluzioneeuropea.
Gli ultimi mesi hannomostrato la debolezza dei governi nazionali. Il governo britannico è nel caos enon in grado di decidere nulla sulla Brexit. Macron si arrende alla protesta violentadei gilet gialli. Il governo italiano ha fatoo marcia indietro sulla manovra dibilancio di fronte alla Commissione. La crisi degli Stati nazionali è palese eindebolisce la politica, che diventa solo amministrazione e lotta per ilpotere, e sviluppa l’antipolitica. Nel quadro nazionale non c’è possibilità diaffrontare le grandi sfide e pensare costruttivamente il futuro. Così nei Paesipiù fragili forze autoritarie cavalcano la paura per erodere il sistemaliberal-democratico e lo stato di diritto e l’Unione è costretta a intervenireper difenderlo.
Si dice che l’Unionesia un gigante economico, un nano politico e un verme militare. Dato che lecompetenze e i poteri in materia politica e militare sono degli Stati membri,ciò significa che l’Unione è forte e gli Stati nazionali deboli (nani o vermi, aseconda del punto di vista). Le crescenti sfide alla sicurezza e alle libertàdegli europei sono sia interne che esterne, sia economiche che politiche emilitari. Per farvi fronte e difendere i nostri valori e interessi sul pianomondiale è urgente dotare l’Unione di un vero governo federale, con poterifiscali e responsabile per la politica economica, estera, di sicurezza, didifesa e sulle migrazioni. Non si tratta di diventare una super-potenzapolitico-militare, ma di ridurre gli sprechi unendo le risorse attualmentedisperse per raggiungere una capacità d’azione adeguata rispetto alle sfide. Diparlare con una voce sola nel mondo. Di avere una rappresentanza esternaunitaria dell’euro. Di contribuire ad affrontare le sfide globali puntellandole istituzioni multi-laterali e cooperative.
Le elezioni europeesaranno il momento del confronto sull’Europa che vogliamo. Tra chi pensa che legrande sfide mondiali, a partire dalla sicurezza, possano essere affrontatemeglio dai singoli Stati membri, e chi ritiene invece necessario farlo comeUnione, riformandola e rafforzandola di conseguenza. Dopo le europee toccherebbeproprio al Parlamento eletto di proporre una riforma organica dei trattati, perun’Unione pienamente democratica, in grado di rispondere alle sfide del XXIsecolo e di garantire ai cittadini benessere e sicurezza.