L’Europa difende il diritto degli italiani a respirare aria pulita?
L’aria sporca non si può fermare alle frontiere e nessuno Stato può da solo eliminare l’inquinamento e contrastare i cambiamenti climatici.
La protezione dell’ambiente è quindi uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione europea sui quali lavorare tutti insieme per produrre effetti positivi per il pianeta. Non dimentichiamoci che come europei siamo tra le prime economie del mondo. Se adottiamo gli stessi standard e agiamo nello stesso momento, le nostre politiche di sostenibilità ambientale producono un impatto enorme, con costi economici ridotti e senza svantaggiare la competitività delle imprese dell’uno o dell’altro Stato membro. È quindi importante che tutti i Paesi si adeguino alle norme ambientali europee, che sono le più rigorose al mondo, per salvaguardare la salute e la qualità della vita di tutti noi che in Europa ci abitiamo.
Grazie alla normativa europea, la qualità dell’aria è generalmente migliorata negli ultimi decenni, ma per molti cittadini italiani continua ad essere messa a repentaglio in modo inaccettabile. Per continuare a migliorare, le istituzioni dell’Unione cooperano con gli Stati membri avviando “dialoghi sull’aria pulita” e utilizzando soldi europei per sostenere le misure volte a migliorare la qualità dell’aria. In alcune Regioni, però, ci sono ancora gravi ritardi, con costanti violazioni dei limiti stabiliti per il particolato (PM10) che danneggia i nostri polmoni. Sulla salute non si scherza! Per difenderci la Commissione ha quindi deciso di ricorrere davanti alla Corte di Giustizia, affinché vengano prese le misure necessarie per tutelare la nostra salute, in particolare quella dei bambini.
Non sarebbe la prima volta che il sistema di diritti e di doveri dell’Unione europea si dimostra utile per fare avanzare gli standard ambientali in Italia. Vi ricordate il Dieselgate, lo scandalo sulle falsificazioni delle emissioni per le automobili diesel da parte delle grandi multinazionali automobilistiche? Soltanto dopo diversi solleciti dell’Europa, i Paesi come la Germania e l’Italia stanno prendendo misure correttive e prevedendo sanzioni. In più, l’Unione europea ha deciso di introdurre dal 2020 norme molto più severe contro le multinazionali per evitare che casi del genere si ripetano in futuro.
Aria pulita in cifre
La nuova strategia dell’Unione europea stabilisce obiettivi per ridurre gli impatti dell’inquinamento atmosferico sulla salute e sull’ambiente entro il 2030 e contiene nuove misure in materia di emissioni e di inquinamento atmosferico per
- prevenire 58 000 morti premature a causa delle polveri, di cui sono vittime soprattutto gli italiani;
- salvare 123 000 km2 di ecosistemi dall’inquinamento da azoto delle auto e dei fertilizzanti;
- salvare 19 000 km2 di ecosistemi forestali dall’acidificazione delle piogge, dovuta soprattutto agli impianti industriali;
- proteggere 56 000 km2 di zone di protezione speciale create appositamente dall’Unione europea nel piano Natura 2000, che include il 19% del territorio terrestre italiano e quasi il 4% di quello marino.
La strategia UE riconosce l’importanza della collaborazione tra uomo e natura. Non intende infatti escludere le attività economiche, ma garantire che queste siano compatibili con la salvaguardia di specie e habitat preziosi anche per le prossime generazioni.