5 volte la superficie dell’Italia. 1.6 milioni di km2. 79.000 tonnellate. Sono questi i numeri dell’“Isola” di plastica del Pacifico, un accumulo di rifiuti di plastica galleggianti situato nel Pacifico del Nord. La plastica ha invaso i nostri mari e le nostre spiagge, minaccia gli ecosistemi, danneggia le attività produttive: secondo le più recenti stime, nel 2050 vi sarà più plastica che pesci nelle acque della Terra. Ma non è solo l’ambiente a soffrirne: anche la salute umana è seriamente in pericolo. La maggior parte della plastica, infatti, non si biodegrada, ma si spezzetta in rifiuti più piccoli (le cosiddette microplastiche), a malapena visibili, che vengono ingeriti dai pesci. Pesci che vengono poi serviti sulle nostre tavole.

La nuova Direttiva UE per proteggere l’ambiente dalla plastica

Per questo, il 27 marzo 2019, il Parlamento Europeo, in accordo con il Consiglio dell’Unione Europea, ha approvato in via definitiva la “Direttiva sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica nell’ambiente”.

Le nuove disposizioni europee mirano a proteggere l’ambiente attraverso la riduzione della produzione e il consumo di plastica, soprattutto se usa e getta: dal 2021, vengono messi al bando alcuni dei prodotti monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa, tra cui cotton-fioc, posate e stoviglie usa e getta, cannucce, palettine per mescolare bevande, contenitori in polistirolo espanso. Per tutti questi prodotti, infatti, già esistono alternative più sostenibili: i cotton-fioc possono essere prodotti interamente in carta, così come i piatti usa e getta. Le cannucce possono anch’esse essere rimpiazzate con alternative cartacee, ma chi scrive ha anche avuto modo di bere una bibita con una cannuccia fatta di pasta. O più semplicemente, con cannucce in metallo lavabili e riutilizzabili. Piccoli aggiustamenti a ciò che siamo abituati, ma con un grande impatto per la salute della Terra.

La nuova direttiva, però, non si limita solo al divieto di vendita per i prodotti di plastica monouso. L’Unione Europea ha adottato infatti nuove norme volte a migliorare la composizione dei prodotti che sarà ancora consentito commerciare. Per esempio, le bottiglie di plastica dovranno avere tappi e coperchi che rimangono attaccati al contenitore, per evitare la dispersione di quest’ultimi nell’ambiente; la loro composizione, poi, dovrà contenere almeno il 25% di plastica riciclata entro il 2025 e il 30% entro il 2030. Attenzione posta anche agli obiettivi di raccolta differenziata: il 77% delle bottiglie di plastica dovranno essere raccolte in maniera adeguata entro il 2025, 90% entro il 2029.

Maggiori responsabilità, infine, per i produttori di prodotti in plastica, che dovranno contribuire ai costi di smaltimento dei rifiuti e pulizia delle spiagge, ma anche sostenere campagne di sensibilizzazione della popolazione. Al contempo, l’Unione fornirà finanziamenti per favorire ricerca e innovazione, in particolare per il “packaging”, gli imballaggi in plastica che oggi sono il modello dominante per la vendita di prodotti alimentari, ma su cui dovremo immaginare alternative sostenibili per il prossimo futuro.