L’integrazione commerciale a sostegno della crescita e dell’occupazione
Il commercio internazionale dal secondo dopoguerra in poi è stato uno strumento fondamentale per sostenere la crescita e aumentare il reddito pro capite dei maggiori paesi. L’Italia ne ha grandemente beneficiato. In Europa siamo un grande paese esportatore con il secondo surplus commerciale manifatturiero dopo la Germania. La nostra crescita e occupazione dipendono in modo fondamentale dalle esportazioni. E con l’introduzione dell’euro, l’integrazione commerciale e produttiva dell’Italia in Europa si è ulteriormente rafforzata, anche grazie ai più bassi tassi di interesse e costi di transazione assicurati dalla moneta unica europea. Per non parlare delle attività economiche legate agli investimenti internazionali che l’Italia effettua verso e riceve dal resto del mondo.
Il rischio di una guerra commerciale per le politiche di Trump
Questa integrazione economica e commerciale corre oggi seri rischi. Lo straordinario sviluppo del commercio si è fondato in questi decenni su un insieme di regole condivise tra paesi e Istituzioni multilaterali (World Trade Organization), che hanno favorito la riduzione delle barriere e l’ordinato svolgimento degli scambi commerciali. Un sistema di accordi e impegni reciproci tra paesi, certo bisognoso oggi di alcune riforme e aggiornamenti, ma che l’Amministrazione statunitense vuole addirittura smantellare. Il presidente Donald Trump in nome dello slogan ‘America first’ (prima l’America) ha rimesso in discussione in questi due anni pressoché tutti gli accordi commerciali esistenti, imponendo nuove barriere tariffarie nei confronti della Cina e di molti altri, tra cui i paesi europei. Le misure protezionistiche sono state introdotte adducendo motivi pretestuosi di sicurezza nazionale, con una decisione davvero ‘singolare’ da parte di Trump, soprattutto perché presa contro dei tradizionali alleati come i paesi europei. C’è il forte rischio di una deriva protezionistica che possa spingere verso la frammentazione dei mercati e una guerra commerciale di tutti contro tutti. È già avvenuto in passato, negli anni ‘30 ad esempio, con esiti a dir poco disastrosi.
In un mondo di grandi poli solo la scala europea è efficace
Gli effetti sarebbero rovinosi per l’Italia e gli altri paesi europei, vista l’importanza della loro apertura commerciale. Abbiamo dunque interesse a contrastare le politiche americane. Naturalmente, l’influenza che in materia può esercitare il nostro paese se agisse da solo è davvero limitata. In un’area così importante come quella degli scambi e investimenti internazionali è del tutto illusorio per l’Italia pensare di muoversi come singolo paese, sventolando la bandiera del sovranismo. Basti ricordare che le quote sul PIL mondiale di Stati Uniti, Cina e Europa sono tutte sopra il 15-16%, mentre quella dell’Italia non arriva al 2%. In questo mondo di grandi poli, l’Unione europea è l’unica dimensione in grado di assicurare una vera ed efficace capacità d’intervento e difesa. Per contrastare il protezionismo di Trump è un bene che la politica commerciale europea sia gestita a livello dell’UE.
L’Ue si è mossa e ha bene difeso gli interessi nostri e degli altri paesi europei
E l’Unione europea ha finora risposto prontamente e con efficacia. Innanzi tutto, in risposta ai dazi di Trump ha utilizzato una serie di strumenti a difesa delle produzioni italiane e europee come previsto dalle regole multilaterali della WTO. Ma ha evitato una risposta di mera rappresaglia e ha assunto iniziative in difesa di un sistema commerciale aperto, che resta vitale per gli interessi dell’Italia e dell’Europa. Sono stati così stipulati dall’Ue nuovi e avanzati accordi commerciali, sul piano dei contenuti, con una serie di paesi (Canada, Giappone, Vietnam, Sud Corea). Allo stesso tempo l’Ue ha avviato una procedura legale d’infrazione in ambito multilaterale (WTO), insieme agli Stati Uniti e al Giappone, nei confronti della Cina e delle sue politiche che in molti ambiti restano discriminatorie verso le imprese e i prodotti europei. E vanno profondamente modificate, ancorché non sarà facile.
L’Europa è più necessaria che mai
La complessa e articolata strategia commerciale dell’Ue è stata portata avanti in una prospettiva di forte coesione e unità tra tutti i paesi membri. Certamente restano aperte molte sfide, all’interno e verso il resto del mondo, per l’Europa. Ma è innegabile che è nell’interesse dell’Italia, quale grande paese esportatore, sostenere le politiche commerciali dell’Unione. Solo attraverso un efficace gioco di squadra europeo si può sperare di contrastare i dazi e il protezionismo di Trump, salvaguardando i risultati che abbiamo fin qui ottenuto grazie a decenni di progressiva integrazione commerciale.