Carige, Montepaschi, alcune banche locali… possiamo ancora fidarci delle nostre banche? Molti italiani sono smarriti, temono per i loro risparmi, affidati da sempre a banche che sembravano invulnerabili e che invece forse non lo sono.

La strategia europea per sanare le vulnerabilità

Il sistema bancario è emerso dalla crisi ancora fondamentalmente sano ma in parte indebolito da alcuni casi antichi di malagestione, che, assieme alla lunga recessione dell’economia reale avevano dato luogo a un altissimo volume di crediti inesigibili o dubbi. Assicurare la ripresa sostenibile del credito e dell’economia richiedeva che questo fardello fosse rimosso, gradualmente ma anche il più rapidamente possibile. Questo per una ragione ovvia: nessuna banca può essere affidabile e garantire sicurezza ai depositanti se a fronte di essi ha, in modo continuativo, crediti che non possono essere riscossi.

Anche su questo si è concentrata l’azione della vigilanza europea, inaugurata nel 2014. In stretta collaborazione con le autorità italiane ha messo in atto una strategia articolata in tre punti: rimozione o smaltimento delle esposizioni deteriorate; rafforzamento della base patrimoniale; miglioramento della governance, per assicurare un migliore controllo all’interno delle banche in futuro.

Sui crediti deteriorati la vigilanza ha chiesto a tutte le banche europee di procedere in tre direzioni: rafforzare il controllo interno e la base informativa sullo stato dei propri crediti; coprire con accantonamenti, entro archi temporali fissati in modo flessibile, i crediti deteriorati nuovi, che venissero a crearsi in futuro; adottare strategie realistiche ma ambiziose per smaltire, o coprire con risorse interne, anche i vecchi crediti deteriorati, una volta che essi risultassero non più recuperabili.

Il sistema italiano è più forte

Oggi il sistema bancario italiano nel suo complesso è più forte sotto tutti e tre i punti di vista sopra ricordati – incidenza dei crediti deteriorati, base patrimoniale, governance. I principali istituti sono in mano a dirigenti capaci, dedicati, che pur gestendo in autonomia lavorano in stretto contatto con le autorità di vigilanza. Il percorso di risanamento è avanzato ma non ancora completato: deve proseguire. Alcuni istituti, affetti da mali antichi, sono più deboli di altri. Su di essi in particolare si concentra l’azione della vigilanza, in modo attento, a volte energico, ma sempre responsabile.