Il vasto panorama di politiche europee in materia di migrazione è supportato da dedicati strumenti finanziari la cui rilevanza è andata crescendo negli ultimi anni in parallelo con l’evolversi della crisi migratoria.

All’interno dell’UE

Il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) 2014-2020, del valore di €4.4 miliardi,
promuove l’efficiente gestione dei flussi migratori e l’attuazione, il rafforzamento e lo sviluppo di un approccio comune dell’Unione in materia di asilo e immigrazione. Questo Fondo contribuisce al raggiungimento di quattro obiettivi specifici nei settori dell’asilo, migrazione legale e integrazione, rimpatrio e solidarietà.

A questo si accompagna il Fondo di sicurezza interna (ISF) che per il periodo 2014-2020 prevede uno stanziamento di circa €2,8 miliardi e garantisce che gli Stati dell’UE dispongano di un adeguato sostegno finanziario dell’Unione per progredire verso gli obiettivi politici e affrontare importanti sfide nel settore della sicurezza interna. A questi €7.2 miliardi iniziali si sono poi aggiunti oltre €1.1 miliardi in fondi emergenziali mobiliati proprio per rispondere alla pressione migratoria nei diversi paesi Membri.

L’Italia con una dotazione totale di oltre €930 milioni stanziati è la prima beneficiaria dei finanziamenti nel settore migrazione e sicurezza interna.

In concreto i fondi AMIF e ISF supportano progetti direttamente gestiti dagli Stati Membri, dalle Organizzazioni Internazionali o dalle ONG. Progetti che vanno dal supporto psico-sociale ai migranti, ai rimpatri volontari assistiti, al network SPRAR in Italia fino al ricollocamento e alla solidarietà tra paesi europei. Per avere un’idea di alcuni tra queste migliaia di progetti la Commissione ha recentemente pubblicato un booklet di iniziative che potete trovare qui.

Al di fuori dell’UE

Agli ingenti stanziamenti finanziari interni sono andati aggiungendosi strumenti dedicati anche sul fronte esterno delle politiche migratorie. Strumenti che sono stati chiave per raggiungere l’obiettivo di ridurre i flussi di migrazione irregolare, stabilire partenariati sempre più forti con i paesi di origine e di transito e stimolare investimenti privati massicci per ridurre gli incentivi a partire. Tra gli altri vale la pena richiamare:

  • Lo strumento per i rifugiati in Turchia (FRIT) per il periodo 2016-2019 ammonta a €6 miliardi ed è interamente dedicato ad assistere i 3 milioni di rifugiati ospitati in Turchia nel quadro degli accordi tra questo paese e l’Unione Europea.
  • Sempre nell’ambito della crisi siriana l’Unione Europea ha stanziato sino a questo momento €1,6 miliardi, per nuovi progetti per rifugiati e comunità locali in Giordania, Libano, Iraq e Turchia.
  • Per l’Africa sono invece stati mobilitati oltre €4 miliardi attraverso il Fondo Fiduciario di Emergenza costituito a seguito del vertice de La Valletta del Novembre 2015. Uno strumento decisivo per affrontare i flussi migratori nel Mediterraneo centrale.

Questi strumenti dedicati si sono aggiunti ad una vasta gamma di altri programmi più ampi, dallo Strumento Europeo per il Vicinato (ENI) allo strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), dallo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), allo strumento che contribuisce alla stabilità e alla pace (IcSP).

Più recentemente l’Unione Europea ha lanciato il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD). Un piano di investimenti esterni che aspira a mobilitare fino a €44 miliardi di investimenti privati sul lungo periodo attraverso una garanzia pubblica di oltre €3.5 miliardi offerta dal budget dell’Unione. Con questo innovativo strumento si cercherà di stimolare crescita e occupazione nei paesi partner.

Uno sguardo al futuro

Negli ultimi mesi si sono avviati a Bruxelles i negoziati per i nuovi strumenti finanziari per i prossimi sette anni a partire dal 2021.

La migrazione è uno dei settori chiave in cui gli investimenti saranno significativamente aumentati. Nella proposta pubblicata dalla Commissione Europea i finanziamenti per il nuovo fondo migrazione (AMF) saliranno fino a raggiungere €10.4 miliardi mentre quelli per la gestione delle frontiere cresceranno (IBMF) fino a €9.3 miliardi.A questi si aggiungeranno i fondi per le diverse agenzie (FRONTEX, EASO, EUROPOL etc..) fino a raggiungere la cifra complessiva di €34.9 miliardi. In totale il triplo rispetto al programma finanziario precedente.